Solitudine... Perché?

La discussione sulla paura mi ha fatto riflettere sulla solitudine. Ho pensato quindi di aprire una nuova discussione. Parlatemi della solitudine... Riflettete e scrivete. Per aiutarci, ecco un po' di domande a casaccio (non voglio risposte puntuali, servono solo per far riflettere): perché la solitudine è tremenda? Cosa significa solitudine? Cosa si prova nella solitudine? Perché ci si sente soli? Sembra quasi sia una psicologa, ma non lo sono. Adoro riflettere (quando ci riesco). Risponderò anch'io!

Secondo il mio punto di vista, la solitudine è tremenda perchè ti porta a pensare cose che non avresti mai pensato prima, ti porta a vedere tutto nero, ad essere pessimista e quindi a fare azioni che mai avresti pensato di mettere in atto. Anche quando si è in coppia, si può soffrire di solitudine, proprio perchè la persona che ti sta accanto non ti da più quegli stimoli che ti dava un tempo e quindi ti isoli e come la maggior parte della gente, trova "pace" nella musica.

[color=#ff0000]L[/color]a solitudine è tremenda [color=#ff0000]perché[/color] ti fa prigioniera di te stessa, si nutre dei pensieri. VORRESTI uscir di casa, correre, gridare, ma le mura della tua stessa casa son la tua prigione, le gambe come marmo, senza fiato, i tuoi pensieri ti tornano indietro dopo essersi rifflessi in uno specchio... non sei sola quando lo sei di fatto, ma quando sei in mezzo alla folla. CHIEDI "questi mi prendon per matta", RISPONDI "non li voglio, meglio star sola" ti isoli, vorresti compagnia, ma non ti fidi, non ti fidi neanche di te stessa [color=#ff0000]perché[/color] sai che essa ti porta alla follia, all'[color=#ff0000]assurdo[/color], all'oblio... la mano tesa la vedi come pietà e la rifiuti... colpisce gli umili, i timidi [color=#ff0000]poiché[/color] non osano chiedere.

Vi racconto il mio rapporto con Miss Solitudine. Fino ad un po' di tempo fa era una delle mie paure. Avevo paura di rimanere sola e, a volte, mi sentivo davvero sola. Una forte esperienza mi ha cambiato. Grazie al Progetto Erasmus, un programma europeo di interscambio universitario, ho vissuto per un anno a Madrid. Ho voluto vivere questa esperienza da sola. Sono partita senza conoscere nessuno, ho deciso di prenotare un ostello per tre giorni e cercarmi là una casa. Ricordo con precisione il primo periodo. Io, semplice ragazza di campagna, a vivere in una metropoli: traumatico! Ho trascorso i primi giorni a piangere; piangevo in metropolitana, per strada, al telefono con il mio fidanzato di allora. Mi addormentavo piangendo e mi svegliavo ancora con le lacrime. Mi sentivo davvero sola. Non parlavo con nessuno (non conoscevo nessuno!). Non mangiavo nulla (mezzo panino senza voglia al giorno). Pensate che lo shock è stato così forte che non ho avuto il ciclo mestruale per i primi cinque mesi (pensavo pure di essere incinta!). Con il tempo e grazie alle attività universitarie sono riuscita a conoscere altri ragazzi del medesimo progetto. Dovevo trascorrere solo sei mesi all'estero, ma ho prolungato per un anno. Quelle persone sono ancora dei miei carissimi amici. La solitudine provata nel primo periodo era comune a tutti. Questa esperienza mi ha fatto riflettere su Miss Solitudine. Penso che l'essere umano sia un animale sociale. Non può vivere solo; per svariati motivi, fin dalla preistoria, si è sempre aggregato ai suoi simili. Secondo me, chi si sente solo nel proprio "habitat" naturale, lo è essenzialmente per due motivi: 1- VUOLE sentirsi solo 2- Non apprezza se stesso o quello che ha. Non ho più paura della solitudine, l'ho battuta una volta e posso rifarlo. Ho paura di perdere determinate persone, ma questo è un altro discorso. Non sono portatrice di una verità assoluta. Accetto qualsiasi critica. Anzi, CRITICATEMI!

Da quando ho iniziato a lavorare che mi sento solo. Lavoro 10-11 ore al giorno e il sabato sono talmente stremato che non ho la forza di prendere la macchina e uscire. Ho perso i contatti con gli amici e ovviamente non sono fidanzato. Sto vivendo male questo periodo e cerco nella chat una valvola di sfogo. Sono caduto in depressione e prendo degli psicofarmaci per cercare di uscirne. Questa per me è la solitudine, sentirsi estraneo a tutto e a tutti. Scusate lo sfogo ma a quanto pare questo sembra essere un problema comune..

Strano, lavorando non mi sono mai sentito solo. Secondo me il tuo problema è un altro; comunque credo che la via d'uscita sia capire la causa reale del tuo disagio ed affrontarla. A dirsi è semplice, a farsi un po' meno, ma se ne vuoi uscire direi che è così. Concordo sul fatto che la solitudine sia un problema abbastanza comune. @Gazzella: È vero che è sempre stato così, ma è anche vero che la tendenza si è invertita; forse anche un po' per colpa della tecnologia. Prendi i bambini ad esempio, con i quali il confronto generazionale è già ragguardevole.

[color=#FF0000]L[/color]a solitudine [color=#FF0000]è[/color] un problema generazionale, sul lavoro, se [color=#FF0000]è[/color] un bun posto di lavoro[color=#FF0000],[/color] piacevole, dove non sei circondato da vipere, ma da colleghi di lavoro con cui scambiare pareri e opinioni va bene, ma se lavori dove si dice che [color=#FF0000]c'è[/color] personale in esubero, dove tutti sono contro tutti [color=#FF0000]è[/color] un incubo. [strike]ma[/strike] [color=#FF0000]A[/color] volte la solitudine non [color=#FF0000]è[/color] matematica depressione, la solitudine ti fa riflettere su molte cose. [color=#FF0000]È bene[/color] ricordarsi una cosa: [color=#FF0000]"[/color]Meglio soli, che male accompagnati[color=#FF0000]!"[/color][color=#FF0000],[/color] a volte.

AnyWay non capisco perché ritieni che la tendenza si sia invertita. Non so dirti se effettivamente oggi ci si sente più soli di "una volta". Credo che una volta le relazioni che si instauravano erano minori di oggi e, forse, più intense. Avendo, però, meno possibilità di scelta, ci si accontentava. Oggi siamo più che mai immersi in un mondo globalizzato dove con più facilità riusciamo a trovare le amicizie che ci interessano e che ci stimolano maggiormente. Il fatto di avere tante possibilità di scelta, forse rende difficile la decisione finale e meno intense le relazioni instaurate(n.d.a.: sono davvero contorta). Mi chiedo anche se la solitudine non sia un effetto collaterale della timidezza.

[color=#FF0000]C[/color]iao grazialibera, [color=#FF0000]è[/color] vero come tu dici che in un mondo globalizzato riusciamo a trovare le amicizie che ci interessano. [strike]ma[/strike] [color=#FF0000]S[/color]ono amicizie che ci interessano, non amicizie vere. [color=#FF0000]Q[/color]uando ero bambino ricordo che ci si riuniva vicino al focolare con tutta la famiglia ed ogni sera non mancavano ospiti (amici), vicino al focolare si facevano tanti racconti di vita tra un bicchiere di vino, castagne e nocciole. [color=#FF0000]O[/color]ggi si dialoga con il pc senza guardarsi negli occhi, i figli in stanze separate vicino al pc o altro, i genitori una guarda grande fratello e l'altro la partita di pallone. [color=#FF0000]O[/color]ggi è un mondo [color=#FF0000]più[/color] freddo , la gente muore in mezzo la strada; le persone gli passano sopra, nel vero senso della parola e non le [color=#FF0000]soccorrono[/color]. [color=#FF0000]A[/color] me questo mondo fa un po' paura. [color=#FF0000]P[/color]er quanto riguarda la timidezza potrebbe influire sulla solitudine.

@Gazzella: Perché oggi la maggioranza preferisce stare davanti al videogioco, "da solo". La timidezza è un discorso a sé, sicuramente può incidere, ma non so fino a che punto. @vascodegama: 15 giorni di ban per mancato rispetto del regolamento; sei stato avvertito tre volte come previsto.