SOS Soccorso lingua italiana

Miracolo la prima volta che AnyWAy non riprende me LàLàLàLà :laugh:

La punteggiatura, in una frase o in un testo, è quell'insieme di simboli convenzionali, i segni di punteggiatura o d'interpunzione, che servono a conferire tonalità ed espressione allo scritto e svolgono i compiti: pausativo, sintattico ed espressivo. Essi sono indispensabili per una lettura e una comprensione corretta dei testi. Nella lingua italiana i principali segni di punteggiatura sono:[1] il punto ( . ) la virgola ( , ) il punto e virgola ( ; ) i due punti ( : ) il punto esclamativo ( ! ) il punto interrogativo ( ? ) i punti di sospensione ( ... ) le virgolette (« » o " " o ' ') la barra ( / ) le parentesi le lineette

LA PUNTEGGIATURA Correggi con cura la punteggiatura o farai una bruttissima figura. Ti ricordi il punto fermo alla fine della frase? Con la maiuscola riprendo. Or passiamo alle altre pause. Se ti fermi un momentino fai un segnale piccolino: tu una virgola userai così fiato prenderai, poi l'elenco continuerai o una spiegazion darai. Se però non hai concluso un pensiero assai complesso, del punto e virgola fai uso arrivando a un compromesso. Se ti mancan le parole o non vuoi finir la frase, lascia a metà la conclusione coi tre punti di sospensione. Nelle domande dovrai ricordare che quel punto vuol curiosare: è un ficcanaso col ricciolone, si chiama punto d'interrogazione. Dritto, secco e un po' impalato sta quel punto strabiliato: esclamativo l'han chiamato e a bocca aperta t'ha lasciato. I due punti in alto e in basso introducono un discorso, le virgolette li seguono al passo e la maiuscola viene a ridosso. Questi due punti gemelli sono poi anche più belli all'inizio di una lista o se vuoi aprir la pista a una frase che consista nella breve spiegazione di una precedente affermazione. Le parentesi panciute hanno invece incorniciato altre cose che hai sapute a che a parte hai segnalato. Questa è la punteggiatura, tu ricordala con cura perché ti abitua al ragionamento e, se non la usi, chi legge ha il tormento. :P

C'era una volta un punto interrogativo, un grande curiosone con un solo ricciolone, che faceva domande a tutte le persone, e se la risposta non era quella giusta sventolava il suo ricciolo come una frusta. Agli esami fu messo in fondo a un problema così complicato che nessuno trovò il risultato. Il poveretto, che di cuore non era cattivo, diventò per il rimorso un punto esclamativo. :woohoo:

Un punto piccoletto, superbioso e iracondo, "Dopo di me - gridava- verrà la fine del mondo!" Le parole protestarono: "Ma che grilli ha per capo? Si crede un Punto-e-basta, e non è che un Punto-e-a-capo". Tutto solo a mezza pagina lo piantarono in asso, e il mondo continuò una riga più in basso.

:laugh: sei mitica Consuelo

[b]LaDea ha scritto:[/b] [quote]:laugh: sei mitica Consuelo[/quote] :ohmy: anche tu amore mio :*

I DIMOSTRATIVI Questo, codesto, quello, stesso, medesimo, tale, sono i dimostrativi propri di Carnevale. Indicano sempre la posizione vicina o lontana dal balcone. Questa mela è vicina a chi parla. Quella sedia è lontana da Carla. Codesta “costì” è vicina a Firenze. Stesso è come medesimo che è simile a tale e dimostrano che il bello non è uguale al male. Non è difficile memorizzarle e tutti le impariamo a furia di studiarle

Per colpa di un accento Per colpa di un accento un tale di Santhià credeva d'essere alla meta ed era appena a metà. Per analogo errore un contadino di Rho tentava invano di cogliere le pere da un però. Non parliamo del dolore di un signore di Corfù quando, senza più accento, il suo cucu non cantò più.

“QU” Ecco qui quattro fratelli tutti belli, questi e quelli. Li ritrovo tali e quali nei quaderni e nei quintali, nei quattrini e nei querceti, in quaranta bimbi inquieti, presso l’ aquila che ruota quando scende a bassa quota, nella quaglia e nel questore. NON li trovo, invece, in cuore nella scuola oppur nel cuoco che cucina accanto al fuoco. Che famiglia ha mamma acqua! Quanti panni che risciacqua! Ecco il primo acquerello, poi acquitrino, suo fratello, viene acquaio, il terzo figlio: mamma mia, che gran scompiglio! Acquerugiola,acquaragia, acquedotto, altri due e son già otto. Acquazzone e acquasantiera, tutti a nanna, ormai è sera. Si assomigliano i fratelli tanto tanto, tutti belli. Scrivi i nomi anche tu, ma ricordati il CQU!