L’Inter ha conquistato quello che più di tutti voleva: la Champions League, dopo aver vinto Coppa Italia (5 maggio) e campionato (16 maggio). Un anno straordinario, questo 2010, per i nerazzurri, per Massimo Moratti, che non si è mai arreso nemmeno nelle stagioni più difficili e che ha rivissuto l’emozione del Prater di Vienna, quando in trionfo era stato portato suo padre, Angelo; per José Mourinho, che aveva promesso la coppa quattordici mesi fa, nella notte dell’eliminazione con il Manchester United a Old Trafford e che lascia la panchina nerazzurra con la prima tripletta di una squadra italiana; per Javier Zanetti, 700 partite in nerazzurro e alla fine, la felicità di alzare la coppa, come era capitato ad Armando Picchi nel ’64 e nel ’65. Il Bayern Monaco, che ha lottato fino all’ultimo secondo, è stato battuto in maniera chiara, con una partita condotta con tecnica chirurgica, difesa e contropiede, il calcio ridotto all’essenziale, nel nome e nel segno di Diego Alberto Milito, per tutti il Principe, uno da trenta (gol) e lode, implacabile nelle occasioni che contano, al suo primo anno in nerazzurro.
