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Multinazionali e globalizzazione vanno di pari passo, e non c’è paese al mondo in cui non si conosca MacDonald’s o Coca Cola o Nokia e via dicendo.

Tutte (mega)aziende che offrono un’immagine rassicurante, accogliente, con prodotti di qualità che, a sentir loro, migliorano la nostra vita.

Ma cosa c’è in realtà dietro i marchi più famosi del mondo? Come vengono creati e distribuiti i prodotti che arrivano belli e lucenti nelle nostre case?

Ci sono lavoro minorile, sfruttamento della manodopera, inquinamento ambientale, flussi di danaro che condizionano la politica mondiale e generano tensioni e conflitti. Il loro potere va oltre l’immagine che vediamo, oltre la cortina di colori sgargianti e tessuti di qualità e prodotti succulenti che ci fanno gola.

I due autori del libro hanno messo a nudo le verità che ci scandalizzano se palesate sotto forma di bambini denutriti, e ci spiegano quanto il nostro “innocuo” shopping quotidiano influenzi realmente la povertà e le condizioni dei paesi in via di sviluppo, vittime consapevoli di un ingranaggio di cui facciamo parte.

Definito un libro “no global” I crimini delle multinazionali va letto non perché si appartiene ad uno schieramento politico o ad un gruppo di appassionati ambientalisti, ma perché è un diritto di tutti conoscere le regole che ci governano. Per poter essere liberi di scegliere.