L'Angolo delle Fate

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14 Anni 4 Mesi fa #3762 da LaDea
Risposta da LaDea al topic Re:L'Angolo delle Fate
C'è un mattino agli uomini invisibile,
le cui fanciulle su un più remoto prato
celebrano il loro serafico maggio
e per tutto il giorno, con balli e giochi,
e capriole che non potrei mai descrivere,
impiegano il giorno festivo.

Qui a passo leggero, si muovono i piedi
che non camminano più per le strade del paese
né presso il bosco si incontrano
qui sono gli uccelli che cercavano il sole
quando la conocchia dell'anno passato
oziosa pendeva
e i bordi dell'estate erano confinati.

Mai vidi una così meravigliosa scena.
Mai un tale cerchio su un tale prato
né così sereno insieme.

Come se le stelle in una qualche notte d'estate
alzassero i loro calici di Crisolito
e festeggiassero fino a giorno.

Come te ballare, come te cantare,
Popolo sul mistico prato
io chiedo, ogni nuovo mattino di maggio.

Aspetto le tue lontane fantastiche campane
che mi annuncino in altre valli,
a una diversa aurora!


(Emily Dickinson)
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14 Anni 4 Mesi fa #3763 da rugiada
Risposta da rugiada al topic Re:L'Angolo delle Fate
la bella addormentata ne aveva tre di fate !
A volte vorrei essere una di questi esseri eterei e fluttuare nell'aria anziché vivere tra gli umani.... e voi?
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14 Anni 4 Mesi fa #3766 da LaDea
Risposta da LaDea al topic Re:L'Angolo delle Fate
L’unicorno è un animale mitico avente le sembianze di un cavallo,
raffigurato spesso interamente bianco o con corpo bianco e testa rossa.
I suoi occhi sono di un blu profondo e sulla fronte ha un corno, nero e
dotato di anelli, chiamato Alicorno.
Il mito dell’unicorno affonda le sue origini in Oriente, in particolare in India
ed in Cina, dove veniva raffigurato come una sorta di cervo con gli zoccoli
e dove veniva venerato come un animale sacro (assieme a tartaruga, fenice e drago). Dall’Oriente il mito dell’unicorno giunge nell’antica Grecia,
tramite lo storico Ctesia.
Nel VI secolo a.C., infatti, lo storico greco narrava, nel resoconto di uno dei suoi viaggi nel lontano Oriente, di aver visto un “asino simile ad un cavallo con ali ed un solo corno”. L’animale mitologico a cui si riferiva Ctesia
era in effetti più precisamente un Pegaso, in quanto cavallo alato,
e non un unicorno.
Ad ogni modo, nell’antica Grecia l’unicorno venne facilmente assimilato, nella fantasia popolare, ad un rinoceronte,
per via della presenza di un corno solo sulla fronte.
Ancora oggi in India c’è chi ritiene che il corno del rinoceronte abbia notevoli ed indiscussi poteri curativi.
Ma Ctesia non fu l’unico storico a riferire di aver visto un animale simile all’unicorno:
il filosofo e naturalista Eliano, pochi secoli più tardi, (tra il II ed il III secolo), dichiarava in un suo scritto di aver visto in India un
“animale simile al cavallo, ma con un solo corno in testa”.
L’unicorno risvegliò a tal punto l’interesse e la curiosità popolare che in epoca medievale vennero organizzate delle vere e proprie spedizioni per trovarlo e catturarlo.
Perfino W.Shakespeare, in epoca rinascimentale, si riferiva ad esso come ad
un “animale incredibile” nel III atto de La Tempesta.
Il perché di tanta fama e di tanto interesse va ricercato nei poteri che gli venivano attribuiti.
Si diceva che l’unicorno fosse un animale molto docile, incapace di fare del male e dotato di una particolare sensibilità che lo rendeva capace di evitare
imminenti pericoli. Si diceva anche che fosse talmente prezioso che sulla terra se ne trovasse solo uno vivente per volta.
Il corno che aveva sulla fronte, l’Alicorno, era lungo circa 50 centimetri e si diceva fosse dotato di poteri magici.
Si credeva, ad esempio, che se il corno veniva toccato da una persona gravemente malata, questa potesse guarire istantaneamente.
E non solo: il corno aveva la capacità di proteggere dagli avvelenamenti
(se polverizzato – solo dopo la morte naturale del mitico animale - e preparato in una specifica pozione); inoltre, bere in una coppa fatta di alicorno poteva proteggere da diverse patologie, come l’epilessia..
Ovviamente non era da tutti vederlo ed avvicinarlo: la leggenda vuole che l’Unicorno fosse
un animale così puro che solo persone dall’animo puro e candido potessero
cavalcarlo. E’ per questa ragione che spesso l’unicorno veniva raffigurato cavalcato da una vergine, da un Mago o da un Elfo.
In tempi recenti, l’unicorno è giunto, tramite un passaggio nell’interessante tradizione favolistica del nord Europa, al mondo del Fantasy, un mondo irreale che ogni giorno incuriosisce ed affascina tutti noi.
Che sia sogno o realtà, ci piace chiudere gli occhi ed immaginare uno splendido esemplare di unicorno sfrecciare tra castelli, regni fatati, spazi e mondi diversi… mondi nascosti, appunto.
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14 Anni 4 Mesi fa - 13 Anni 9 Mesi fa #3776 da LaDea
Risposta da LaDea al topic Re:L'Angolo delle Fate
Molte leggende e credenze popolari attribuiscono i fenomeni atmosferici improvvisi o particolarmente violenti alle Fate.
In passato si pensava che le trombe d'aria e gli uragani fossero causati dagli spostamenti delle Fate verso un nuovo castello. Gli effetti più devastanti erano causati dalla corsa delle Fate che, per fortuna, aveva luogo solo una notte all' anno.
I lampi a ciel sereno, le nuvole scure e minacciose che coprono improvvisamente il sole, un fulmine che cade su un albero e le valanghe, sarebbero invece causati dalla collera delle Fate. Anche la grandine è un segno della loro rabbia; secondo molte credenze popolari nei chicchi di grandine è possibile trovare i capelli delle Fate.
Osservando a lungo un chicco appena caduto, si può inoltre veder apparire l'immagine di una Fata, non proprio benevola.
Nei Paesi Baltici si crede che i fiocchi di neve che cadono a mezzanotte o la pioggerella fine mentre splende il sole siano le lacrime delle Fate. Moltissimi sono i segni lasciati ogni giorno dalle Fate, tocca solo a noi interpretarli. Il vento che scuote con dolcezza le fronde degli alberi o che sembra accarezzare l'erba
è un segnale della presenza delle Fate, mentre un' onda improvvisa, i mulinelli di polvere o un piccolo vortice che si crea in un lago corrisponde a un loro saluto.
In questi casi contraccambiare con un inchino porta grande fortuna. L' arcobaleno è forse la manifestazione più incredibile del potere delle Fate e viene riconosciuto come
il ponte dai mille fiori colorati per passare da una nuvola all' altra. Guardando con attenzione un cielo stellato si possono scorgere i segni lasciati dalle Fate per augurare
gioia e fortuna agli uomini:
una stella cadente è generata dalla polvere magica che cade dalle loro vesti durante i balli, mentre la cometa è la scia del carro delle Fate, utilizzato per spostarsi nel cielo.

Chi le vede per primo deve esprimere un desiderio,
che verrà esaudito.
Tratto dal Bosco di Sellena
Ultima Modifica 13 Anni 9 Mesi fa da LaDea.
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14 Anni 4 Mesi fa #3800 da Consuelo
Risposta da Consuelo al topic Re:L'Angolo delle Fate
Il Regno delle Fate
Dove si trova il regno delle Fate?
A volte appena sopra l'orizzonte, a volte sotto i nostri piedi.
In ogni paese del mondo c'è un regno delle Fate; quindi ci sono Fate italiane, Fate americane, Fate francesi, Fate russe, Fate inglesi etc.etc.
Nel Galles pensano che il regno delle Fate si trovi in un'isola, nel canale di San Giorgio, al largo della costa del Pembrokeshire.
Gli Irlandesi chiamarono Hy Breasail l'isola fantasma che, secondo loro, si trovava ad ovest e che secondo loro accoglieva il regno delle Fate.
Mentre per i britannici l'isola fantastica è l'isola di Man.
Ma la più famosa delle isole magiche è senz'altro l'isola di Avalon. Il leggendario Re Artù si dice vi sia stato incoronato e che in seguito, ferito a morte, vi sia stato portato per essere curato da quattro Regine delle Fate, e che il suo corpo immerso in un magico sonno sia nascosto nel cuore di una collina dell'isola.
Il Regno delle fate può svelarsi all'improvviso in qualsiasi luogo, luminoso e scintillante, e sparire con la stessa rapidità.
Terrapieni, forti e colli antichi sono le altre dimore tradizionali delle Fate, e a riprova di ciò, la parola gaelica che indica le Fate è Sidhe, che significa popolo delle colline.
Le pareti delle caverne scelte dalle Fate per dimora, trasudano gocce dorate. Ogni collina ha il suo Re e la sua Regina; di solito, però, sono legati da un vincolo di fedeltà a un Gran Re, dei quali il più conosciuto, l' "Oberon " dei poemi cavallereschi medievali, deve la sua bassa statura ad una maledizione che gli fu lanciata durante il battesimo.
Le isole non sono tutte uguali, alcune galleggiano sull'acqua, altre sono appena sotto la superficie e spuntano solo di notte, oppure una sola volta ogni sette anni. O ancora, parecchi metri sotto l'acqua, ma solo in apparenza, la zona dove sorge l'isola è completamente asciutta, ma circondata da un muro d'acqua a mò di scogliera.
Al largo della costa del Galles, si dice che a volte si possano scorgere i " Verdi Prati dell'Incanto ", una terra che si intravede appena sotto la superficie del mare, ricoperta di alberi e fiori ed erba, fra gli steli e i fili nuotano i pesci.
Molti laghi del Galles proteggono dal mondo esterno le dimore delle fate, nascondendole alla vista degli esseri umani.
Oppure, come nel caso della Dama del Lago, la superficie d'acqua è solo un'illusione creata per proteggere da occhi estranei l'ingresso della propria dimora.
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14 Anni 4 Mesi fa #3803 da LaDea
Risposta da LaDea al topic Re:L'Angolo delle Fate
Considerato sin dai primordi della civiltà umana, il fuoco è stato oggetto di culto, a cui venivano attribuite proprietà magiche.
Il fuoco è un elemento naturale a cui vengono associati fenomeni fatati. Durante i riti magici, negli equinozi e nei solstizi venivano accesi dei focolari nei boschi e li si ballava intorno al fuoco . Le Fate dello spirito del fuoco sono mutevoli di natura, e possono diventare veramente ostili quando vengono offese. Abitano dentro ad un fuoco, una scintilla, un lampo anche nell'elettricità statica dei vestiti. Se sei uno dei fortunati ad averla in casa ricordati di trattarla bene e mostrarle gratitudine. Le più forti ed energetiche creature di tutti e quattro gli elementi sono senz'altro le FIAMMELLE, appartenenti, naturalmente, agli spiriti del fuoco. Senza di loro, il fuoco non potrebbe esistere, infatti è il loro intervento che da origine a quella piccola scintilla che diventerà poi il fuoco. Il loro aiuto può essere richiesto, ma attenzione, potrebbe essere maldestro, perché anche la Fiammella più leggera può dare origine a un fuoco tremendo fuori dal suo controllo, specialmente perché esse non comprendono quasi totalmente il risultato delle loro azioni . Si presentano come delle scintille, o delle piccole palle di fuoco, sono anche in grado di cambiare le loro dimensioni a piacimento.
Si possono, in natura, trovare anche sotto forma di lucertola dove rimangono inerti vicino alle fonti di calore.

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14 Anni 4 Mesi fa #3815 da Consuelo
Risposta da Consuelo al topic Re:L'Angolo delle Fate
Fate dell'aria

Sono rappresentate come "creature alate" che spesso prendono le sembianze di splendide farfalle o di coloratissimi uccelli. Tutte le Fate che caratterizzano questo elemento hanno le ali, il loro compito è il più svariato: dal produrre la più dolce brezza al più violento uragano.

Le Fate dell'aria sono le più evolute tutte le altre, perché in esse si possono trovare i quattro elementi: le ali, simbolo dell'aria; le gambe della terra; lo scintillio del fuoco ed infine la fluidità simbolo dell'acqua. Esse hanno la capacità di produrre dalla più dolce brezza al più violento uragano. Amano gli uomini creativi e, sotto forma di muse, donano loro l'ispirazione. Tra le più conosciute ricordiamo: le Sylphs e le Comeles.

Sylphs. Sono conosciute anche come Spose del Vento. Bellissime, molto simili alle ninfe, nelle leggende sono descritte come entità fatate con la capacità di trasformarsi da leggiadre fanciulle in terribili arpie dalla bocca sdentata. Parlano la lingua degli uccelli e la loro residenza tipica è sulla cima delle montagne.
Nessuno può tenere loro testa quando si arrabbiano, almeno quattro volte l’anno, all'inizio delle quattro stagioni, si scatenano in sfrenate corse, facendo roteare l'aria in pericolosi mulinelli, facendo scatenare uragani e piovaschi tremendi.

Comeles. Sono le responsabili di fenomeni atmosferici come nebbia e foschia.
Una volta l'anno, in autunno, escono dalle loro grotte per celebrare "La sera del Destino", rito durante il quale si dice giocassero con il destino e la ragione degli uomini.
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14 Anni 4 Mesi fa #3828 da LaDea
Risposta da LaDea al topic Re:L'Angolo delle Fate
Le creature del bosco fatato
Elfi, fate, folletti, gnomi e nani: da dove arriva il Popolo Fatato del folklore celtico? Nessuno lo sa (2).
Nel suo Ancient Legends of Ireland Lady Wilde dice che erano angeli caduti, buttati giù dal Paradiso da Dio, irato per il loro orgoglio. Alcuni precipitarono in mare, altri sulla terra, e questi due gruppi erano i più buoni e sensibili, felici di poter ballare al chiaro di luna al suono della loro musica. I più cattivi finirono giù dritti all’Inferno, dove furono istruiti dal Diavolo in persona e spediti in terra a far del male.
Un’altra antica tradizione irlandese dice che i Tuatha De Danan (Popolo della dea Dana), una razza di immortali, combatterono i malvagi Firbolgs e li annientarono. Sconfitti poi dai Milesians, gli esseri umani, si ritirarono in un regno sotterraneo, guidati dal dio-re Dagda. Non più venerati né omaggiati con offerte, dimenticati da tutti, rimpicciolirono fino all’altezza di poche spanne così come erano rimpiccioliti nel ricordo: sono loro il Popolo Fatato. Per gli abitanti delle Highlands sono spiriti di malvagi morti; per i Gallesi, esseri spirituali che vivono in un mondo a noi invisibile. In Cornovaglia il Piccolo Popolo era costituito da anime di pagani morti prima di essere convertiti al Cristianesimo, troppo buoni per finire all'Inferno, non abbastanza buoni per essere accolti in Paradiso.
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14 Anni 4 Mesi fa #3840 da Consuelo
Risposta da Consuelo al topic Re:L'Angolo delle Fate
Le Fate Dell'acqua
L'acqua è elemento di rigenerazione e purificazione, e molti miti la vedono come protagonista dell'origine della vita.

L'acqua poteva anche guarire, e spesso era a lei e alle entità che la rappresentavano che le popolazioni antiche si rivolgevano per ottenere la grazia della guarigione e, nonostante la nuova religione abbia più volte combattuto i culti dell'acqua, la devozione popolare ha sempre continuato ad attribuire un valore sacro a tale elemento.

Le fate che rappresentano quest’elemento vivono tra le acque dei fiumi e delle sorgenti, in limpidi laghi e nelle profondità dei mari donando gioia agli umani con canti ammaliatori e seducenti danze. Tra le più conosciute ricordiamo: Ninfe e Nereidi.

Ninfe. Sono giovani fanciulle che amano filare e tessere sulle sponde dei fiumi, ma anche danzare, cantare e nuotare nei limpidi laghetti alpini e nei torrenti.
Le Ninfe emergono dall'acqua solo quando nessuno può vederle ma quando decidono di attirare a se qualche umano piacente, cantando soavemente trascinano nell'acqua chiunque vi ponga piede. Si presentano sotto forma di giovani fanciulle delicate e luminose e amano immergersi nelle fresche acque di laghi e torrenti di montagna. Creature sensualissime alle quali è quasi impossibile resistere. Se i catturati sono giovani e belli sono portati in meravigliosi castelli di corallo e di madreperla dove la vita è talmente felice da indurre gli uomini a non desiderare più di tornare a vivere sulla terra.
Se però i giovani tornano nel mondo dei comuni mortali, non di rado muoiono presto poiché chi ha avuto la fortuna di guardare gli occhi di una Ninfa non può più vivere lontano da quello sguardo.

Nereidi. Le nereidi, ninfe del mar Mediterraneo, erano le cinquanta avvenenti figlie di Nereo, vecchissimo dio marino, e della sua sposa, Doride. Vivevano nelle profondità marine, ma spesso salivano in superficie per aiutare marinai e viaggiatori, cavalcando delfini e altri animali marini.
Le più famose erano Teti, madre dell'eroe greco Achille, Galatea, amata dal ciclope Polifemo, e Anfitrite, sposa del dio del mare Poseidone, accanto al quale è spesso raffigurata nei gruppi scultorei, su un cocchio trainato da tritoni. Altre ninfe delle acque erano le oceanine, figlie di Oceano, il grande fiume che scorre attorno alla Terra. Ninfa marina era Calipso, l'amante di Ulisse di cui canta Omero, che trattenne per sette anni l'eroe presso di sé e che lo liberò solo perché costretta da un ordine di Zeus, ma si lasciò morire di dolore per la sua partenza.
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14 Anni 4 Mesi fa #3887 da LaDea
Risposta da LaDea al topic Re:L'Angolo delle Fate
Castello fatato porti dentro segreti delle meraviglie,
conosci tra ricordi tra mure del castello.
Canti danze, ooh !!!
Belle dame risvegliarci l’anima medioevale.
Melodie rendi sempre tra passato e presente.
Se fossi regina alloggerei tra collane,diamanti. Oooh !!!
Soave castello fatato inchinami.
Fammi entrare nelle meraviglie,sognare tutto il tempo.
Risvegliami dentro.
Fammi conoscere le bellezze, tra montagne e boschi,
racchiudi nel tempo che vorrei.
Tra magia e passato conduci al risveglio.
Addio castello fatato ti ricorderai delle ricchezze incantate...


(Annabella Jeannett)
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