Luciano Mirone ricostruisce le vicende di chi, facendo il mestiere di giornalista, ha pagato con la vita la sfida alla mafia, ai poteri occulti, agli accordi perversi fra Stato e Antistato.
Otto storie siciliane di giornalisti assassinati, sequestrati o addirittura «suicidati». Otto storia ambientate nell'Italia dei delitti impuniti e della democrazia dimezzata. un'indagine avvincente, condotta attraverso cronache del tempo, atti processuali, testimonianze dirette. Emergono così strane distrazioni, dimenticanze, omissioni, reticenze, depistaggi che hanno quasi sempre «insabbiato» i casi giudiziari, e con essi la ricerca della verità.
Cosimo Cristina, Giovanni Spampinato, Giuseppe Impastato, Mauro De Mauro, Beppe Alfano, Mauro Rostagno, Mario Francese, Giuseppe Fava, storie diverse, accomunate da un unico destino: prima gli avvenimenti velati, poi le minacce, poi la «terra bruciata», l'esecuzione senza appello, infine la delegittimazione della vittima. E la memoria di quegli otto cronisti continua ad essere un riferimento fondamentale per tutti coloro che credono in una Sicilia libera da Cosa Nostra. Nella convinzione che il mestiere di giornalista, come ricorda Rita Borsellino nella sua prefezione, «se svolto bene, riesce a costruire il cambiamento».